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I democratici scelgono Perez

March 1, 2017

Notizie, Politica

(free) – di Andrew Spannaus –

C’è un nuovo capo del Partito Democratico negli Stati Uniti, Tom Perez. L’ex Segretario del Lavoro, sostenuto da Obama e dai Clinton, ha battuto Keith Ellison, deputato afroamericano e musulmano, caldeggiato dall’ala più progressista del partito.

Com’era da aspettarsi, dopo il disastro delle elezioni di novembre 2016, è stata una corsa combattuta, con la partecipazione di numerosi contendenti. Si temeva una divisione forte lungo le linee già vista durante le primarie democratiche, ma i dibattiti sono stati amichevoli e i contendenti più in vista hanno spesso sottolineato la vicinanza tra le posizioni dei vari candidati.

Normalmente la carica di Chairman del partito non è così importante negli Stati Uniti, in quanto il compito principale è di garantire il fundraising e l’organizzazione interna; la faccia del partito è il Presidente in carica o chi si prepara a candidarsi ad essere tale. Questa volta la situazione è diversa invece, in quanto il partito è stato spaccato fortemente dalle primarie dell’anno scorso, e i leader con la maggiore visibilità pubblica – Bernie Sanders e Elizabeth Warren – non sono particolarmente graditi dall’establishment.

Perez è un progressista in termini sostanziali, e quindi non lontano dalle posizioni di Sanders e Warren, ma avendo fatto parte dell’Amministrazione Obama, e essendo stato eletto con il sostegno istituzionale, sembra intenzionato a svolgere il ruolo di baluardo contro la sinistra del partito.

Le questioni su cui nasceranno sicuramente delle tensioni sono sul modo di porsi verso l’Amministrazione Trump, e sulla politica economica, il tema che ha costato a Hillary Clinton la Casa Bianca.

Come si è visto già dal giorno dell’inaugurazione, gli attivisti sono pronti a contrastare Trump su tutto, e chiedono ai loro rappresentanti politici di resistere a ogni apertura, come fecero i repubblicani con Obama 8 anni fa.

Ironicamente, dopo le elezioni sono stati proprio i personaggi come Sanders e Warren a dichiarare la loro disponibilità a collaborare con la Casa Bianca su alcuni temi economici, come il contrasto agli accordi commerciali e la promozione dell’industria e delle infrastrutture. Ad oggi non sembrano esserci grandi punti di contatto, ma se l’Amministrazione dovesse proporre davvero un aumento degli investimenti pubblici produttivi, potrebbe provocare una crisi tra i democratici.

Il sentimento anti-Trump tra la base permetterà di mostrarsi uniti su tanti temi, come i diritti delle minoranze, la regolamentazione sul lavoro e la politica fiscale. La questione fondamentale però sarà se il partito andrà incontro al voto di protesta espresso in entrambi gli schieramenti, adottando delle posizioni forti sui temi economici, e archiviando il centrismo che ha reso il partito troppo vicino ad un establishment che ha perso il contatto con buona parte del paese.

– Newsletter Transatlantico N. 12-2017

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