(free) – di Paolo Balmas –
Lo scorso mercoledì 1 novembre 2017, durante il ventiduesimo incontro ufficiale fra i rappresentanti di governo della Russia e della Cina che si è tenuto a Pechino, il presidente Xi Jinping ha detto che i due paesi dovrebbero cooperare allo sviluppo della via marittima del Polo Nord, nota anche come via di Nord-Est, il tratto navigabile di Mare artico che unisce l’Estremo Oriente ai porti nordici d’Europa. Durante l’incontro, che si è tenuto a pochi giorni dalla conclusione del XIX congresso del Partito comunista cinese (Pcc) che ha sancito la rielezione di Xi alla carica di presidente del Comitato centrale del Pcc, sono stati firmati molti documenti per la cooperazione in vari ambiti: energetico, finanziario, aerospaziale.
Dalla sessione è emersa l’idea generale e comune di sviluppare una maggiore cooperazione fra l’Unione economica eurasiatica, guidata da Mosca, e la Belt and Road Initiative, con particolare attenzione alle reti di trasporto terrestri e marittime. Sebbene ora l’attenzione sia puntata soprattutto sulla Via della Seta che dalla Cina arriva in Europa e passa per l’Asia centrale, il Caucaso e la Turchia, i treni già viaggiano attraverso la Russia per unire varie città cinesi ed europee. La lunga tratta ferroviaria che parte da Vladivostok, sull’Oceano Pacifico, e arriva a Mosca e a San Pietroburgo, comunemente nota come Transiberiana, sta di nuovo aumentando di importanza dopo più di cento anni dalla sua realizzazione. Molte imprese estremorientali, sia cinesi che coreane e giapponesi, si sono mostrate interessate all’uso di queste ferrovie che fanno risparmiare molto tempo e denaro.
La prospettiva di sviluppare la via marittima di Nord-Est è in qualche modo rivoluzionario, perché permetterebbe di risparmiare tempo e denaro mantenendo la quantità di carico delle grandi navi mercantili. Di fronte all’impresa di attraversare l’Artico, però, si impongono vari interrogativi. Prima di tutto la navigazione è difficile e limitata a pochi mesi l’anno; è necessario il servizio dei rompighiaccio e l’aumento del passaggio provocherebbe un veloce inquinamento di un ecosistema molto delicato. Se le navi saranno convertite a gas naturale, l’inquinamento potrà essere ridotto del 75%. Nel frattempo la frequenza delle navi sta aumentando. La via di Nord-Est passa interamente per acque territoriali russe e raggiunge quelle norvegesi. Nel 2012 è stato effettuato il primo viaggio di un carico di gas norvegese destinato al Giappone e, negli ultimi anni, Mosca ha investito nella ristrutturazione delle vecchie basi militari lungo la rotta che erano state trascurate dopo la caduta del sistema sovietico.
Attualmente, il percorso artico sembra troppo difficile da sfruttare sistematicamente, ma nel lungo periodo la rotta di Nord-Est, unita alle nuove vie di terra, che passino per la Russia o meno, assumerà un ruolo decisivo nell’alterare l’equilibrio dell’attuale sistema commerciale internazionale. L’iniziativa che avrà un impatto più immediato sul sistema economico mondiale, invece, riguarda l’intenzione di Mosca e di Pechino, ribadita durante l’incontro, di utilizzare solo le proprie monete per gli scambi bilaterali.
– Newsletter Transatlantico N. 46-2017
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November 4, 2017
Economia, Notizie, Strategia