– di Paolo Balmas –
Il prossimo 22 ottobre il Giappone andrà alle urne per le elezioni della Camera dei Rappresentanti. Per il governo di Shinzo Abe è una data decisiva, dopo la sconfitta politica dello scorso luglio al governatorato di Tokyo. In estate, infatti, il Partito liberaldemocratico (Pld) di Abe ha conosciuto la forza emergente del nuovo avversario politico incarnato nella persona di Yuriko Koike, la governatrice di Tokyo eletta nel 2016. Nel frattempo Koike ha fondato un partito locale, il Tomin First, in previsione delle elezioni dell’assemblea cittadina del luglio 2017. Il Tomin First, il cui nome richiama lo slogan della campagna elettorale di Donald Trump negli Usa, America First (Tomin sono gli abitanti ti Tokyo), è nato sulla scia dei grandi cambiamenti politici vissuti in Occidente nell’arco del 2016 e dello scandalo che ha travolto la famiglia Abe nel febbraio 2017. Ora, alla vigilia delle elezioni alla Camera, l’esperienza vincente di Koike, assume una nuova dimensione con la fondazione di un partito nazionale, il Kibo no To, il Partito della Speranza.
Koike è divenuta così la leader della nuova opposizione che raccoglie la delusione dei sostenitori dei partiti tradizionali, dovuta appunto a scandali, ma soprattutto a promesse non mantenute e a una situazione economica che vede una fascia crescente di popolazione, prima fra tutte quella più giovane, vivere in condizioni sempre più prive di grandi aspettative per il futuro. Koike è una figura che si presta perfettamente a incontrare la voglia di cambiamento che cresce in Giappone.
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October 13, 2017
Economia, Notizie, Politica