(free) – di Paolo Balmas –
Durante l’incontro fra Donald Trump e Shinzo Abe presso la Casa Bianca, nel suo intervento pubblico del 10 febbraio, il premier giapponese ha esplicitamente offerto la più avanzata tecnologia ferroviaria per partecipare all’ammodernamento dei sistemi di trasporto americani. Con i nuovi treni maglev (tecnologia a lievitazione magnetica), il Giappone può offrire un servizio per unire Washington a New York in una sola ora di viaggio. Abe ha ricordato che nel 2016 gli investimenti diretti giapponesi negli Stati Uniti sono arrivati a 150 miliardi di dollari e hanno creato nuovi posti di lavoro. La partecipazione al programma di ricostruzione delle infrastrutture dell’amministrazione Trump garantirebbe nuovi fondi e nuovo lavoro.
La forza di Abe nel settore ferroviario non trova sostegno solo nel fatto di godere di una delle tecnologie più avanzate del mercato, ma anche sulla crisi che colpisce Amtrak, la compagnia nazionale che gestisce la maggior parte del sistema ferroviario statunitense. Nel 2016 ha registrato una perdita di 277 milioni di dollari, ma la richiesta del servizio passeggeri è in aumento. Inoltre, la concorrenza giapponese si impone facilmente sulla scena di fronte ai due maggiori produttori di locomotive degli Usa, GE Transports e Caterpillar, che sono ormai arretrati rispetto a Kawasaki, il leader di mercato giapponese, e agli altri produttori (Hitachi, Toshiba, Mitsubishi).
Permettere a compagnie straniere di occupare una porzione del mercato interno potrebbe essere per l’amministrazione Trump un potenziale problema, visto che si insiste sull’America First, ma la presenza di queste non è una novità nel settore ferroviario. Nel 2014, la tedesca Siemens, maggiore rivale delle firme giapponesi sul mercato globale, ha vinto una gara della Amtrak da 226 milioni di dollari. Inoltre, la tratta più all’avanguardia della rete statunitense, la Boston-New York-Washington, è stata realizzata dalla canadese Bombardier.
Shinzo Abe ha insistito sull’industria delle ferrovie, ma anche le compagnie automobilistiche giapponesi che operano negli Stati Uniti percepiscono i rapporti fra il loro governo e la Casa Bianca molto positivi. Tuttavia, rimane un certo livello di incertezza per il futuro in relazione all’atteggiamento generale di Trump nei confronti delle imprese straniere. Un fattore che le produttrici di automobili giapponesi ritengono che risulti in proprio favore, è la vice presidenza di Mike Pence. Infatti, Pence è l’ex governatore dello stato dell’Indiana, dove sorgono impianti di produzione della Toyota, della Subaru, della Honda e della Fuji.
Trump e Abe hanno dichiarato di voler aprire un nuovo dialogo per sviluppare il commercio e gli investimenti fra i rispettivi paesi.
– Newsletter Transatlantico N. 9-2017
February 15, 2017
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