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Centrale gas (US)

Affari d’oro in Asia per Trump

November 20, 2017

Economia

(free) – di Paolo Balmas –

Il viaggio di Trump in Asia si è concluso con una lunga serie di accordi firmati dai rappresentanti delle imprese che hanno seguito il Presidente. Le industrie militari, aerospaziali e degli idrocarburi ne sono uscite con grandi risultati che avranno ripercussioni anche sul fronte interno degli Usa, almeno su due punti. Prima di tutto sul mercato del lavoro, in quanto è stato calcolato che le commesse ricevute e gli investimenti diretti previsti, genereranno decine di migliaia di posti. Ciò è strettamente legato al secondo punto, quello politico, in quanto il presidente Trump potrà sostenere di essere riuscito a rinvigorire, almeno in parte, l’industria e la produzione del paese.

Sebbene non sia stato precisato quanti aerei siano stati ordinati da Pechino durante il viaggio di Trump, è noto che la Boeing produrrà per la Cina un totale di 300 velivoli per un valore di circa 37 miliardi di dollari. Anche la Malesia, la Tailandia e Singapore hanno puntato sulla compagnia statunitense per aumentare le proprie flotte aeree civili. La prima ha siglato accordi per 10 miliardi di dollari con Boeing e General Electric; la seconda e la terza hanno acquistato rispettivamente 20 e 39 nuovi aerei di linea (B797 e B777). Inoltre, la Tailandia si è impegnata ad acquistare elicotteri militari, Blackhawk e Lakota, i missili Harpoon, una nave da guerra e l’ammodernamento degli F-16.

Trump è riuscito ad assicurare anche nuovi investimenti dei paesi asiatici nel mercato interno. Il governo malese ha annunciato, senza specificare l’ammontare preciso, di voler investire alcuni miliardi di dollari nel mercato azionario e nelle infrastrutture americane attraverso il proprio fondo pensionistico. La tailandese Siam Cement Group acquisterà oltre 150.000 tonnellate di carbone dagli Usa; la PTT, compagnia petrolifera della Tailandia, investirà nella produzione di shale-gas dell’Ohio.

Tuttavia, l’accordo preliminare che richiama maggiormente l’attenzione è stato quello voluto dal governatore Walker, dell’Alaska, siglato con la Sinopec, la China Investment Corp. e la Bank of China. L’obiettivo del progetto infrastrutturale da 43 miliardi di dollari è di portare il gas naturale della regione artica statunitense in Asia. Il 75% andrebbe alla Cina, il restante 25% al Giappone, alla Corea del Sud e al Vietnam. La Bank of China fornirà i capitali, la Sinopec acquisterà il gas. La firma dei contratti definitivi è attesa per la fine del 2018. Il gasdotto sarebbe pronto fra il 2024 e il 2025. Se andrà in porto, il progetto aumenterà le capacità d’esportazione degli Stati Uniti. Trump aveva dichiarato di voler puntare sugli idrocarburi per migliorare la bilancia commerciale del paese.

– Newsletter Transatlantico N. 48-2017

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