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La difesa e la sicurezza in Europa dopo la Brexit

September 27, 2016

Strategia

– di Paolo Balmas –

La vittoria della Brexit ha da subito imposto una riflessione sul futuro della difesa e sicurezza dell’Unione Europea e, in senso più ampio dell’Europa. La reazione dei principali paesi dell’Unione, Germania, Francia e Italia, è stata di insistere sulla necessità di una maggiore cooperazione, in particolare sulla condivisione delle informazioni, ovvero di procedere verso l’integrazione dei servizi d’intelligence e delle forze armate.

Lo scorso 22 agosto 2016, i tre leader, Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi, si sono incontrati sulla portaerei italiana Giuseppe Garibaldi e poi sono volati in elicottero sull’isola di Ventotene. Si tratta di due luoghi altamente simbolici, poiché la Garibaldi sta coordinando le operazioni di recupero e salvataggio dei migranti nel Mar Mediterraneo e l’isola sulla quale Altiero Spinelli scrisse, durante il confino nel 1941, il suo Manifesto sugli Stati Uniti d’Europa.

I rappresentanti dei paesi membri dell’Unione, i tre citati in particolare, hanno avvertito da subito la Brexit come l’opportunità per costruire una nuova difesa europea. La Gran Bretagna, infatti, aveva sempre imposto il proprio veto di fronte alle proposte di costituire un esercito comune europeo, forte dell’autorità concessagli nell’ambito della Common Security and Defence Policy (Csdp).

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