Analisi di Andrew Spannaus –
Il recente aumento delle tensioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran è il risultato dei cambiamenti in atto nella politica internazionale verso il Medio Oriente. Il conflitto tra sunniti e sciiti vede un’accelerazione principalmente a causa della paura dell’Arabia Saudita che l’Iran possa espandere la propria influenza in modo significativo sulla scia dell’accordo raggiunto sul programma nucleare, e della spinta verso una soluzione negoziata in Siria, che non prevede l’estromissione immediata di Bashar el-Assad.
Questo mutamento di prospettive si lega all’orientamento delle due principali potenze strategiche mondiali – seppur in modo diverso – gli Stati Uniti e la Russia. Le mosse della superpotenza americana verso un rebalancing dei propri rapporti in Medio Oriente, declassando il legame di ferro con l’Arabia Saudita che esiste da decenni, provoca grande preoccupazione e porta i sauditi a tentare di radicalizzare lo scontro. L’obiettivo è di consolidare il blocco dei paesi sunniti e costringere gli alleati internazionali a scegliere una parte.
E’ una strategia che provoca effetti diretti in vari altri paesi, a partire dai vicini a maggioranza sciita. In testa a questi c’è il Bahrain, alleato strettissimo dell’Arabia Saudita, con una classe dirigente sunnita, ma che da sempre deve affrontare i malumori della popolazione prevalentemente sciita.
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January 23, 2016
Strategia