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Hillary Clinton muove i primi passi falsi

January 15, 2016

Notizie, Politica

(free) – di Andrew Spannaus

Negli ultimi mesi quando abbiamo scritto di Hillary Clinton abbiamo sempre ribadito che rimane saldamente in testa alla corsa delle primarie democratiche, ma anche che il principale rischio per la sua candidatura è rappresentato dalla tendenza che ha dimostrato più volte di fare errori quando è sotto pressione. Nelle ultime settimane, di fronte alla graduale ma innegabile crescita del sostegno al suo principale rivale, il Sen. Bernie Sanders, Clinton sembra voler proprio darci ragione.

Infatti Hillary ha cominciato ad attuare una strategia che nel clima elettorale di quest’anno potrebbe rivelarsi un serio errore. Mentre per vari mesi aveva evitato le critiche pesanti a Sanders, ora ha scelto di affrontarlo in modo piuttosto diretto, ma con un metodo molto discutibile: quello di tentare di trasformare i suoi punti di forza in punti deboli, distorcendo le sue parole con attacchi strumentali.

Hillary ha scelto tre temi principali da utilizzare contro Sanders: il controllo delle armi, la regolamentazione di Wall Street, e il modello di assistenza sanitaria. Se sul primo tema Sanders è effettivamente più moderato rispetto alla maggioranza del suo partito – perché proviene da uno stato rurale in cui molti cittadini sono possessori di armi – sugli altri due è decisamente più aggressivo, cioè più “di sinistra” di Clinton, e questo piace alla base del partito.

Eppure Hillary sembra voler ripetere la strategia utilizzata da George W. Bush contro John Kerry nel 2004. Allora Kerry enfatizzava il suo passato militare – un’arma potente contro Bush che aveva evitato la leva durante la guerra in Vietnam grazie alla sua potente famiglia; la campagna di Bush fece largo utilizzo di accuse false di ex militari per dipingere Kerry come uno che mentiva sulla propria esperienza per guadagno personale.

In quel caso gli attacchi funzionarono, indebolendo Kerry e aiutando Bush ad essere rieletto, seppur con un minimo margine. Gli strateghi di Clinton sperano di utilizzare una tecnica simile, togliendo a Sanders la sua arma più potente, quella della battaglia populista contro la speculazione di Wall Street e le disuguaglianze economiche. Su questo punto per esempio Hillary è molto più debole, e largamente vista come acconscidente verso la comunità finanziaria.

Il problema è che a livello di contenuti le critiche di Hillary sono strumentali – a voler essere caritatevoli. In tema di sanità, accusa Sanders di voler togliere l’assicurazione sanitaria a milioni di persone quando in realtà lui sostiene l’allargamento del sistema del Medicare – l’assistenza governativa per gli anziani – a tutta la popolazione.

Il rischio per Hillary è che gli attacchi aggressivi si rivelino un boomerang. Infatti una cosa è influenzare il voto degli elettori nella sfida di novembre, quando molti prestano attenzione alla campagna solo nelle ultime settimane; altra è consolidare il sostegno della base. Inoltre, come dimostrano anche le primarie repubblicane, quest’anno i candidati outsider trovano molto sostegno da una fetta consistente della popolazione pronta ad abbracciare l’antipolitica.

Non deve soprendere allora che gli attachi sferrati da Clinton non sembrano averla aiutata. Anzi, il fundraising di Sanders ha visto un boom nell’ultimo mese, aiutandolo a battere addirittura alcuni record stabiliti da Barack Obama otto anni fa, per esempio nel numero assoluti di contributi di piccolo taglio. Sanders si avvicina anche nei sondaggi, attestandosi a pochi punti da Hillary nello Iowa, e consolidando il suo vantaggio nel New Hampshire.

La sfida dei voti sta per cominciare, e Hillary mantiene un vantaggio considerevole sia a livello geografico che tra gli insider del partito; ma la sua propensione per gli errori strategici comincia a produrre delle fessure nell’inevitabilità della vittoria.

– Newsletter Transatlantico N. 3-2016

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