– Intervista a Luca Peyrano del London Stock Exchange Group –
Negli ultimi anni l’accesso al credito per le imprese è diventato decisamente più difficile. A partire dal 2008, tra gli accordi di Basilea II e lo scoppio della crisi finanziaria internazionale, si è creata una situazione paradossale: le imprese che hanno bisogno di liquidità per fronteggiare la difficile situazione economica non riescono ad accedervi, mentre chi è ancora sano e ne ha meno bisogno, trova la porta aperta.
In risposta alla crisi si sono attuate una serie di riforme strutturali del sistema bancario, intese a garantire la stabilità degli istituti di credito dopo gli eccessi che hanno portato ai terremoti sui mercati; si è impostato un sistema basato sui requisiti da applicare alle grosse banche, quelle che avevano guidato la speculazione negli anni della bolla. Gli istituti più piccoli, e quelli che avevano evitato – per quanto possibile – di rimanere coinvolti nelle operazioni più rischiose, hanno subito gli effetti di un sistema che non prevede più una distinzione tra banche ordinarie e quelle speculative.
Quando si sono aggiunte a queste riforme le misure di forte austerità imposte a numerosi paesi, compresa l’Italia tra il 2011 e il 2014, si è creata la tempesta perfetta: un sistema creditizio bloccato proprio nel momento in cui l’economia reale aveva bisogno di più sostegno.
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March 13, 2016
Economia