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Sakalin gas plant

La Russia sul Pacifico

October 13, 2015

Economia

(free) – di Paolo Balmas –

Lo scorso 5 ottobre 2015, gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo con altri undici paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico (Canada, Messico, Perù, Cile, Giappone, Nuova Zelanda, Australia, Brunei, Malesia, Singapore, Vietnam) per procedere verso la ratifica del Trans Pacific Partnership (Tpp). L’intesa commerciale, che modificherà l’economia di questi paesi e il traffico marittimo, non prende in considerazione molti protagonisti della regione pacifica. Fra questi spiccano più di altri la Cina e la Russia.

La politica di contenimento nei confronti della Cina di cui si parla tanto a livello strategico militare, in realtà racchiude in sé anche la realizzazione del Tpp. Tuttavia, anche se la comunità del Tpp godrà di un ambiente privilegiato per aumentare gli scambi commerciali, ognuno dei paesi firmatari possiede un canale di comunicazione con la Cina di primo rilievo.

Lo stesso non si può dire per la Russia. Infatti, da quando è esplosa la crisi ucraina, i rapporti di Mosca con molti paesi si sono deteriorati. Gli analisti, nelle ultime settimane, hanno dimostrato quanto le sanzioni economiche alla Russia si stiano ripercuotendo più sui paesi europei che sulla stessa Federazione russa. Sul fronte pacifico sta accadendo qualcosa di simile.

Ad esempio, il Giappone si trova in una condizione di stallo nei rapporti con Mosca. Quando, dopo settanta anni, il dialogo sulle isole Curili (occupate dall’Unione Sovietica alla fine della Seconda Guerra mondiale) sembrava aprirsi verso nuovi orizzonti, Tokyo non ha potuto che seguire la linea di opposizione a Mosca in relazione alla politica del Cremlino sulla Crimea. Ciò ha rallentato anche l’importante dialogo sulla fornitura di gas che gioverebbe al Sol Levante, in quanto da un punto di vista geografico (ed economico) gli impianti di distribuzione russi sul Pacifico sono i più ovvi e convenienti dai quali rifornirsi. Un ampliamento del flusso di gas naturale dalle terre siberiane dovrà certamente attendere ancora qualche tempo.

La Russia, quanto il Giappone, è in cerca di un rapporto economico con Tokyo sull’esempio di quello sino-giapponese, ovvero un rapporto che permetta di mantenere un volume di affari stabile, se non crescente, mentre sui mass-media imperversano gli attacchi vocali, le minacce e i timori di un espansionismo cinese ancora poco convincente. La diplomazia russa si muove in questo senso, con l’obiettivo di aumentare la propria presenza nel Pacifico del Nord.

Il tentativo di penetrare nella penisola coreana, sempre con lo stesso strumento del gas naturale, rientra perfettamente nella prospettiva.

Inoltre, da parte russa, si sta cercando di aumentare le attività del Russian-American Pacific Partnership (Rapp), che è l’unico forum interregionale che si propone di sviluppare i rapporti commerciali fra la regione orientale della Federazione russa e gli stati occidentali degli Stati Uniti. Il Rapp mette in comunicazione i governi regionali, ma anche quelli federali e vari settori privati. I rappresentanti mantengono un dialogo vivo, convinti che le crisi politiche si risolveranno, prima o poi.

Da Mosca, intanto, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov fa sapere che il governo russo analizzerà attentamente Tpp prima di rilasciare una dichiarazione ufficiale in proposito.

– Newsletter Transatlantico N. 74-2015

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