(free) – di Paolo Balmas – Il prossimo novembre, il presidente russo Vladimir Putin incontrerà privatamente Shinzo Abe a Pechino durante il summit dell’Apec. Il tema centrale del dialogo sarà il progetto del gasdotto che unirà l’isola russa di Sakhalin allo Hokkaido.
La Russia, attualmente, fornisce circa il 10% del fabbisogno di gas al Giappone, che lo importa sotto forma di Lng, via mare. Il gasdotto potrà fornire da solo, invece, fino al 17%. La possibilità di riprendere le trattative bloccate a causa della crisi in Ucraina e alla decisione di Tokyo di allinearsi all’Occidente e di imporre sanzioni a Mosca, avviene in un momento propizio per varie ragioni.
Prima di tutto, il grande contratto siglato fra Mosca e Pechino, con ogni probabilità, permetterà a Tokyo di acquistare il gas russo a un prezzo più conveniente. Infatti, si è calcolato che l’intesa russo-cinese abbia fissato un prezzo compreso fra i 10.50 e gli 11 dollari Usa, contro i 13.50 attuali (costo del Lng importato dal Giappone per ogni Btu – British thermal unit).
Inoltre, il fatto che l’attenzione si stia sempre di più spostando sul Medio Oriente (ambito in cui Mosca e Washington collaborano a livello di intelligence), permetterà a Shinzo Abe di avere più libertà di manovra.
L’accordo è fortemente voluto da entrambe le parti ed è chiaro che dipende soprattutto dall’evoluzione della crisi ucraina e in parte dal dialogo russo-giapponese sui Territori settentrionali (termine con cui spesso i giapponesi si riferiscono alle isole contese con Mosca).
In qualsiasi caso, sarà fondamentale il tempismo e l’abilità di Tokyo a non discostarsi troppo dalle posizioni di Washington.
November 6, 2014
Economia, Notizie