Nei giorni scorsi si è arrivati molto vicini ad un primo accordo con l’Iran sulla questione nucleare. Le dichiarazioni dagli ambienti sia statunitensi che iraniani di giovedì 7 novembre indicavano che il giorno dopo si sarebbe annunciata un’intesa preliminare che avrebbe congelato le attività nucleari attuali in Iran in cambio di una prima riduzione delle sanzioni economiche e finanziarie imposte negli ultimi anni.
All’ultimo minuto però le cose sono cambiate. Ad oggi il Segretario di Stato USA John Kerry dice pubblicamente che i paesi occidentali erano tutti favorevoli e che è stato l’Iran a non accettare l’accordo. Le prime notizie – forse più veritiere – sono state diverse: l’accordo è saltato a causa dell’intervento della Francia, che tra l’altro fino a pochi giorni prima non aveva avuto un ruolo centrale nei negoziati.
La rivista Foreign Policy racconta l’accaduto:
“I negoziatori occidentali e iraniani stavano ultimando un ampio accordo sul nucleare. Poi, essenzialmente all’ultimo minuto, il Ministro degli Esteri francese Laurent Fabius si è aggiunto alle discussioni. Non ci è voluto molto prima che i negoziati si disgregassero – e perché Fabius dichiarasse pubblicamente che questo giro di discussioni fosse conclusoâ€.
Come notato dal giornalista Colum Lynch nell’articolo, questa risposta da parte della Francia non deve sorprendere più di tanto. “Il governo socialista del presidente francese François Hollande ha adottato una politica estera robusta che lo ha collocato a destra dell’Amministrazione Obama sulla Libia, sul Mali, sulla Siria, e ora sull’Iranâ€.
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November 20, 2013
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