Due dei personaggi più controversi scelti da Donald Trump per il suo gabinetto sono stati confermati dal Senato questa settimana: Robert F. Kennedy Jr. alla Sanità e Tulsi Gabbard all’Intelligence. Si tratta di nomine che hanno destato numerose critiche, aprendo a dubbi sulla possibilità che arrivassero fino in fondo. Alla fine, però, la resistenza all’interno del Partito Repubblicano si è sciolta, mostrando una sostanziale paura di mettere i bastoni tra le ruote a Trump nella costruzione della nuova amministrazione.
Inizialmente, sembrava che le cose potessero andare in un’altra direzione. Quando, prima dell’insediamento, il Tycoon ha annunciato la nomina di Matt Gaetz alla Giustizia, è bastata una settimana per costringere il deputato della Florida a ritirarsi. Trump lo considerava ottimale per i suoi obiettivi di rivalsa dopo le numerose incriminazioni nei suoi confronti nel 2024, ma ha pesato l’inchiesta della Camera dei Rappresentanti riguardante il comportamento sessuale e l’uso di droghe da parte di Gaetz.
Questa battuta d’arresto aveva sollevato speranze tra gli oppositori di Trump, i quali credevano che i repubblicani più moderati a Washington potessero mettere un freno agli istinti più aggressivi del nuovo presidente. Tant’è che il Tycoon aveva minacciato di utilizzare i recess appointments, ovvero di sfruttare il meccanismo previsto dalla Costituzione per bypassare il Congresso con nomine temporanee durante una pausa legislativa. I senatori hanno fatto subito capire che non si sarebbero prestati al gioco e, quindi, sembrava tutto pronto per una sfida all’ultimo voto nel caso delle figure più discusse, come Kennedy e Gabbard, ma anche Pete Hegseth alla Difesa e Kash Patel all’FBI.
La conferma di Hegseth è stato il primo vero test.
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(licenza immagine: https://www.flickr.com/photos/gageskidmore/52278216094)
February 22, 2025
Notizie, Politica