L’attività giudiziaria contro l’ex presidente Donald Trump sta giungendo al culmine. Come anticipato la scorsa settimana, è stato emesso un nuovo atto di accusa, a firma del procuratore speciale nominato dal Dipartimento della Giustizia, Jack Smith, riguardante la questione più importante in cui è coinvolto Trump: il tentativo di modificare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020.
Si tratta del caso con maggiori probabilità di condurre a una condanna prima delle prossime elezioni, poiché si terrà nel tribunale federale di Washington, D.C., e sarà presieduto da una giudice che ha già dimostrato una propensione per procedere con celerità; inoltre, nello stesso tribunale, oltre 300 persone sono già state condannate al carcere per i fatti del 6 gennaio. La prossima udienza è prevista per fine agosto, durante la quale verrà stabilita la data di inizio del processo.
I capi d’accusa in questo caso sono quattro, tutti legati a vari aspetti di una “cospirazione” per impedire la certificazione del voto e, di conseguenza, rimanere al potere diffondendo una versione falsa riguardante lo svolgimento delle elezioni. È degno di nota che Trump non è stato accusato di ribellione o insurrezione, reati che avrebbero comportato l’interdizione dai pubblici uffici, pena invece non prevista per i reati di cui è imputato l’ex presidente. Questa decisione riflette due valutazioni da parte della Procura: in primo luogo, una tale accusa coinvolge questioni complesse relative alla libertà di espressione, dove la colpevolezza non sarebbe scontata; in secondo luogo, l’ex presidente non può sostenere che i processi sono stati orchestrati per impedirgli di candidarsi nuovamente per la Casa Bianca.
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August 5, 2023
Notizie, Politica