Al momento ci sono due repubblicani che hanno già annunciato la propria candidatura per la Casa Bianca nel 2024: l’ex presidente Donald Trump, e Nikki Haley, ex governatrice della South Carolina ed ex ambasciatrice americana presso l’Onu (durante il mandato di Trump). Haley è figlia di immigrati indiani negli Usa (simile a Kamala Harris, ma con entrambi i genitori indiani, mentre nel caso di Harris lo è solo la madre), e nonostante abbia abbracciato Trump e lavorato per la sua amministrazione, ha sempre mantenuto posizioni abbastanza mainstream (leggasi neocon) nel partito repubblicano. Pur avendo promesso inizialmente di non candidarsi contro Trump, ha deciso di farlo lo stesso: in parte perché Trump è visto dall’establishment del partito come perdente, e in parte perché potrebbe comunque posizionarsi ad essere scelta come vice presidente.
Ma nel mondo di Washington c’è anche molta paura che l’ala “populista” del partito repubblicano – rappresentata da Trump e da altri personaggi “MAGA” – possano contribuire alla crescita dell’opposizione al sostegno degli Stati Uniti per la guerra in Ucraina. Infatti l’ex presidente accusa a gran voce Joe Biden di portarci verso la terza guerra mondiale, e promette di porre fine al conflitto rapidamente. In più, come abbiamo scritto poche settimane fa, anche il suo principale (presunto) sfidante Ron DeSantis ha capito che le posizioni degli elettori in politica estera non combaciano con quelle delle istituzioni politiche e militari, e ha cominciato a sottolineare che non è nell’interesse americano “impegnarsi in questioni come le terre di confine o la Crimea”.
Ora anche Haley ha capito l’antifona: parlando ad un gruppo di attivisti repubblicani nello stato dell’Iowa – fondamentale in quanto sarà il primo stato a votare nelle primarie repubblicane – la candidata ha affermato “Non penso che dobbiamo impiegare più soldi per l’Ucraina, o mettere truppe sul terreno”. Ha ribadito l’importanza di fornire il materiale di cui hanno bisogno gli ucraini, ma ha anche ammonito che “dobbiamo essere sicuri di evitare una guerra più ampia”. Ad ascoltare l’intero discorso di Haley si potrebbe pensare che sia confusa. Infatti lo stesso giorno aveva detto che la guerra “ha a che fare con la libertà – è una guerra che dobbiamo vincere”, per “mandare un messaggio” alla Cina, all’Iran e alla Corea del Nord. Insomma, in alcuni momenti si sente una posizione interventista tradizionale, ma poi, capendo che deve anche andare incontro agli elettori, Haley dà segni di tirarsi indietro. Per l’establishment del partito non è un buon segno: ogni candidato si trova in qualche modo obbligato a distanziarsi dalla politica dominante a Washington.
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March 26, 2023
Notizie, Politica