– (free) – Il 15 novembre il presidente americano Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping si sono incontrati a distanza per una discussione di 3 ore e mezza, in cui hanno discusso numerose questioni attinenti i rapporti tra i due grandi paesi. A livello pubblico si è enfatizzato l’obiettivo dichiarato da Biden di “assicurare che la competizione tra i nostri paesi non sfoci in conflitto, intenzionale o meno”, in linea con l’approccio di stabilire dei guardrail come abbiamo scritto negli ultimi mesi. Il vertice ha toccato tutte le questioni critiche nei rapporti tra i due paesi, ponendo le basi per nuove discussioni nel prossimo futuro. Presentiamo qui un resoconto di alcuni dei punti più importanti, e la visione dello stato dei rapporti nelle istituzioni americane.
Biden avrebbe voluto incontrare Xi ai margini del G20 di Roma, in quanto crede sempre che l’interazione di persona sia più utile delle riunioni virtuali. In questo momento a Washington si crede che Xi abbia consolidato il proprio potere all’interno del sistema cinese – in seguito alla recente sesta assemblea plenaria del comitato centrale del partito comunista cinese – il che gli permette di assumere un approccio un po’ meno antagonistico nei confronti degli Stati Uniti; per questo motivo l’atmosfera è migliorata nelle ultime settimane.
Mentre il presidente americano ha sollevato vari punti in merito ai diritti umani, il tema centrale su questo fronte è stato chiaramente Taiwan. Biden ha ribadito la politica della “One China” – cioè che Taiwan non è un paese indipendente – ma anche l’impegno a fornire assistenza alla difesa dell’isola. La risposta di Xi è stata che la crisi attuale è dovuta ai tentativi di Taiwan di ottenere sostegno americano per l’indipendenza, e anche “dall’intenzione di alcuni americani di utilizzare Taiwan per contenere la Cina”. Come riportato pubblicamente Xi ha avvertito che queste mosse sono “estremamente pericolose, come scherzare con il fuoco”. Per gli americani rimane l’enfasi sulla comunicazione e i guardrail, cioè la necessità di dichiarare chiaramente dei limiti che pur nel contesto di una competizione vigorosa, devono essere rispettati da entrambe le parti per evitare uno scontro.
I due presidenti riconoscono che Usa e Cina sono i motori dell’economia globale, ma entrambi punteranno a ridurre l’interdipendenza delle filiere a causa delle preoccupazioni di sicurezza nazionale. Esiste comunque una dipendenza reciproca, quindi ci vorranno discussioni per capire come affrontare il tema, che potranno avvenire a livello dei rappresentanti commerciali. Per Biden occorre proteggere le industrie e i lavoratori americani dalle politiche scorrette della Cina, mentre Xi accusa gli Usa di abusare il concetto della sicurezza nazionale per opprimere le società cinesi. Si riconosce la necessità di andare avanti con gli accordi commerciali, riprendendo le trattative sulla cosiddetta Phase II, ma si insiste che la Cina deve ancora adempire ai propri impegni sotto l’accordo di Phase I. C’è comunque la volontà di lavorare sul tema delle filiere e dei dazi, in quanto entrambi sono preoccupati dagli effetti inflattivi delle distorsioni in questo periodo; rimuovere i dazi può contribuire a limitare gli aumenti dei prezzi.
Le istituzioni americane fanno notare che in termini di disuguaglianza la Cina ha raggiunto gli Usa, in quanto ormai l’un percento più ricco del paese possiede il 30,5 per cento del Pil (negli Usa il dato è del 31 per cento). Diventa difficile per Xi parlare di “prosperità comune” in presenza di una situazione di questo tipo, e permangono dei dubbi sulla possibilità della Cina di gestire la situazione per raggiungere un livello di supremazia economica rispetto all’America. A Washington il metodo di Xi viene definito il “capitalismo marxista”, un approccio in cui il troppo controllo politico avrà effetti negativi sulla possibilità di generare innovazione e permettere all’economia cinese di crescere nel modo migliore nei prossimi anni.
– Newsletter Transatlantico N. 35-2021
Iscriviti per accedere a tutte le notizie
November 20, 2021
Politica