– di Andrew Spannaus –
La fase di panico tra l’establishment democratico è iniziata: dopo le vittorie di misura nelle prime due contese – Iowa e New Hampshire – Bernie Sanders ha vinto in modo schiacciante nel Nevada, con il 47% dei voti, più che raddoppiando i consensi ottenuti dal secondo candidato, Joe Biden. Si tratta di un risultato che cambia la natura della corsa, in quanto finora la fazione anti-Sanders poteva sostenere che il senatore del Vermont avesse sì uno zoccolo duro di sostegno tra i progressisti, ma anche un tetto che non gli avrebbe permesso di andare oltre il 30%. Ora però, avendo vinto in modo decisivo non solo tra i giovani, ma anche tra le persone di mezza età, gli ispanici e anche i bianchi senza laurea universitaria – area importante per confrontarsi con Trump – questa linea d’argomentazione si indebolisce. Se si aggiunge l’affluenza record nei congressi del Nevada, diventa molto più difficile affermare che Sanders non sarà in grado di consolidare il sostegno in tutti i settori del mondo democratico.
In un settore, però, quello dell’establishment, la preoccupazione sta toccando livelli altissimi.
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February 25, 2020
Politica