A febbraio l’Amministrazione Trump pubblicherà la Nuclear Posture Review (NPR), un documento stilato ogni quattro anni che riassume la politica nazionale in merito alle armi nucleari, e le minacce che provengono da altri paesi in questo campo. E’ trapelata una bozza del NPR la scorsa settimana, che indica l’intenzione di aumentare in modo significativo l’arsenale Usa, in base all’evoluzione della minaccia dai competitor principale come la Russia e la Cina.
Uno dei punti esposti è lo sviluppo di armi nucleari più piccole, dette “a basso rendimento”, anche se il termine è fuorviante considerando che la potenza distruttrice di queste testate rimane comunque devastante. Si accusa la Russia di contemplare un “primo colpo” utilizzando armi di questo tipo, il che renderebbe necessario per gli Usa sviluppare alcuni nuovi ordigni per “aumentare la flessibilità e la reattività delle [proprie] forze nucleari “.
La Russia non ha rilasciato commenti ufficiali, in quanto aspetta di vedere la versione finale, ma il capo della Commissione Affari Esteri della Duma, Leonid Slutsky, ha già accusato l’America di aver inventato le minacce provenienti da Mosca. Secondo Slutsky la priorità dovrebbe essere di evitare la rottura dei trattati come l’INF e New START, diventati oggetto di discussioni polemiche negli ultimi anni.
Vari altri punti sono usciti nella stampa americana. Uno è che l’NPR identificherebbe alcuni eventi non-nucleari che meriterebbero una risposta; per esempio un attacco cibernitico su grande scala. Un’altro è la presunta esistenza di un drone sottomarino russo, che fungerebbe da torpedo capace di portare una testata nucleare di 100 megatoni. E’ da tempo che girano voci su “Kanyon” – il nomignolo dato a questo drone da parte del Pentagono – e ora sembra esserci la conferma della sua esistenza, seppur scarseggiano i dettagli e alcuni esperti dubitano della fattibilità tecnica di portare una testata di tale entità.
La preoccupazione espressa dagli autori del NPR è che un’arma del genere supererebbe del tutto i sistemi antimissile, rendendo impossibile difendersi. Questa flessibilità rappresenterebbe il vantaggio principale delle capacità nucleari russe, in continua espansione.
Un commento interessante sul NPR è stato raccolto dal HuffPost, che ha interpellato Jon Wolfsthal, direttore della Nuclear Crisis Group ed ex direttore senior per il controllo degli armamenti e la non-proliferazione al Consiglio di Sicurezza Nazionale. Wolfsthal ha dichiarato “Chiaramente questa non è la politica di Trump”. Rifletterebbe invece la visione del Segretario di Stato Rex Tillerson, del Segretario alla Difesa Jim Mattis, e del Capo degli Stati Maggiori Riuniti Joseph Dunford. Dunque secondo Wolfsthal tutti dovrebbero essere rassicurati – a prescindere dai contenuti, pare – visto che ci sono degli “adulti” a gestire la situazione, e non un leader impulsivo come Donald Trump.
– Newsletter Transatlantico N. 2-2018
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