(free) – di Andrew Spannaus –
Nelle ultime settimane i repubblicani al Senato Usa hanno riscritto la propria proposta di riforma della sanità, che mira ad eliminare per quanto possibile l’Obamacare, e dunque ridurre l’intervento pubblico nel mercato delle assicurazioni sanitarie. La Camera aveva approvato la propria proposta a maggio di quest’anno, ma il disegno di legge non è andato avanti a causa di divergenze con i repubblicani al Senato.
Uno dei punti cruciali è il finanziamento del Medicaid, l’assicurazione sanitaria pubblica per i poveri. E’ stato questo l’aspetto della riforma di Obama che ha ampliato maggiormente lo stato sociale. Alzando la soglia minima per accedere alla copertura pubblica, si è arrivati a garantire le prestazioni sanitarie a oltre 10 milioni in più di persone. Questo numero sarebbe stato ancora più alto, se le legislature di buona parte degli Stati a guida repubblicana non avessero deciso di contrastare la misura in tribunale, ottenendo infine il diritto di rifiutare l’applicazione del Medicaid, considerata un’ingiusta imposizione del governo federale.
Si trattava di una decisione di principio più che finanziaria, in quanto quasi tutti i fondi sarebbero arrivati da Washington; proprio per questo, alcuni stati controllati da repubblicani moderati hanno infine aderito all’aumento del Medicaid. Sono i Senatori di alcuni di questi stati – per esempio il Nevada, il West Virginia, l’Alaska e l’Ohio – che ora frenano i piani per tornare indietro.
Non si sanno ancora i dettagli del compromesso, in quanto i repubblicani stanno gestendo la stesura della nuova proposta a porte chiuse. Le indiscrezioni parlano di un periodo di transizione più lungo rispetto a quanto indicato dalla Camera, che darebbe agli stati più tempo per usufruire i fondi del Medicaid nei prossimi anni.
L’obiettivo finale è comunque chiaro, in quanto dichiarato da anni, per esempio dal presidente della Camera Paul Ryan: porre fine all’impegno indeterminato del governo federale, trasformando Medicaid da un diritto garantito dal governo federale, ad una spesa variabile da gestire in autonomia a livello dei singoli stati.
Com’era successo ad aprile e a maggio, la Casa Bianca evita di esporsi troppo sul tema, sapendo che il presidente si trova in una situazione difficile: aveva promesso di eliminare l’Obamacare, ma anche di non tagliare i grandi programmi sociali come il Social Security, il Medicare, e appunto il Medicaid. Dopo aver aiutato a far approvare il ddl alla Camera, Trump ha cambiato posizione e ha definito la proposta “cattiva”, suggerendo di renderla più “generosa” e metterci “più cuore”. Pochi giorni fa il presidente si è compiaciuto del nuovo approccio adottato al Senato, ma è dubbio che i congressisti seguiranno le richieste della Casa Bianca di stanziare più soldi per garantire la protezione degli individui nel mercato delle assicurazioni sanitarie.
– Newsletter Transatlantico N. 29-2017
June 23, 2017
Politica