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Triangular Diplomacy

Triangular diplomacy in Asia

May 6, 2017

Strategia

(free) – di Paolo Balmas –

Il principio della Triangular Diplomacy, espressione inventata da Henry Kissinger, è tornato di moda. Non è un caso, in effetti, che alcuni strateghi (come fa notare il South China Morning Post), quali Brzezinski e lo stesso Kissinger, abbiano assunto un ruolo di primo piano nel dibattito politico negli Usa. Ai tempi di Kissinger, si voleva indicare con queste parole il sistema di relazioni messo in atto fra Stati Uniti, Unione Sovietica e Repubblica popolare cinese. Per lo più si voleva esaltare il meccanismo utilizzato da Washington per mettere Mosca e Pechino l’una contro l’altra e la successiva alleanza fra Pechino e Washington che al tempo aveva scioccato gli alleati degli Stati Uniti, in particolare il Giappone. Oggi si ripropone quel principio per definire i rapporti fra la Cina, la Russia e l’India, che assumono un maggior peso negli eventi diplomatici mondiali, man mano che i progetti infrastrutturali che uniscono il continente eurasiatico accorciano le distanze e aumentano le relazioni fra questi tre paesi.

Gli osservatori si chiedono se sia possibile una super alleanza fra Cina, Russia e India, un triangolo che dominerebbe facilmente il continente eurasiatico. I tre paesi mantengono relazioni annuali attraverso un forum che è stato inaugurato nel 2002, voluto fortemente da Mosca. Tuttavia, l’idea originaria di ricercare gli interessi comuni si è ridotta nel tempo, soprattutto di fronte a iniziative di ben più ampio respiro come ad esempio l’esperienza dei Brics, in cui le stesse tre nazioni sono unite al Brasile e al Sud Africa per proporre una visione alternativa all’impostazione occidentale dell’economia mondiale.

Inoltre, le relazioni fra la Cina, la Russia e l’India sono caratterizzate da situazioni, dispute e interessi che a volte esaltano il rapporto fra due rispetto alla terza. Si pensi al contrasto recentemente emerso fra Cina e India in relazione all’impegno cinese nel corridoio economico sino-pakistano, oppure ai potenziali contrasti che potrebbero emergere fra Russia e Cina riguardo agli interessi contrastanti in Asia Centrale. Poi si ricordano le dispute che sembrano irrisolvibili fra Cina e India sui confini lungo le catene montuose che le dividono. Per non parlare delle relazioni economiche che queste potenze intrattengono con attori esterni e che non troverebbero spazio in un avvicinamento dei tre paesi. Si pensi in particolare agli scambi commerciali fra Pechino e Washington. In altre parole, una super alleanza non sarebbe possibile, almeno nel breve termine.

Esiste un altro modo di interpretare l’interesse nella Triangular Diplomacy tornato di recente sui testi giornalistici di geopolitica. Ovvero, è possibile che gli Stati Uniti sentano il bisogno di ricalibrare la propria strategia in Asia. Questa volta, però, dovranno tener presente che esistono tre attori (e non due) con cui avviare un meccanismo di stampo kissingeriano. La diplomazia così diventa tetrangolare.

– Newsletter Transatlantico N. 22-2017

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