(free) – Dopo anni di ritardi la Camera dei Deputati ha finalmente cominciato a discutere i numerosi disegni di legge per separare le banche commerciali dalle banche d’affari, ovvero per isolare definitivamente l’economia reale delle famiglie e delle imprese produttive dalle bolle speculative sui mercati internazionali.
Mercoledì 15 marzo 2017 la VI Commissione (Finanze) ha dato il via all’esame di 12 disegni di legge, compresi 10 presentati da parlamentari di vari gruppi politici, e due provenienti dai Consigli Regionali della Toscana e dell’Abruzzo. Le proposte esaminate sono state introdotte da Davide Caparini (Lega Nord), Marco Di Lello (Partito Democratico), Giancarlo Giorgetti (Lega Nord), Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), Carlo Sibilia (M5S), Maurizio Bianconi (Conservatori e Riformisti) Manfred Schullian (Minoranze Linguistiche), Antonino Minardo (Area Popolare), Giovanni Paglia (Sinistra Italiana) e Alessio Mattia Villarosa (M5S).
Come si evince dalla numerosità delle proposte e anche dalla presenza di proposte di più parlamentari dello stesso partito, si tratta di iniziative di singoli deputati o di piccoli gruppi, piuttosto che uno sforzo coordinato tra i partiti. Infatti le giacciono da tempo in entrambi i rami del Parlamento, che per volontà dei vari governi succedutesi negli ultimi anni sono rimasti fuori dalla discussione politica, mentre si continuava la marcia verso l’unione bancaria europea e le varie altre forme di rinuncia al potere decisionale nazionale sulle politiche creditizie ed economiche in generale.
La questione della separazione bancaria seguendo il principio della legge Glass-Steagall varata sotto la presidenza di Franklin Delano Roosevelt nel 1933 negli Stati Uniti, è diventato un tema centrale in numerosi paesi del mondo occidentale negli ultimi anni, come riconosciuto dalla stessa Commissione. L’obiettivo del ripristino della separazione – si legge nel resoconto della seduta del 15 marzo – sarebbe dunque di “evitare i sussidi indiretti alle attività più rischiose, separandole da quelle con alto contenuto di pubblica utilità, quali l’erogazione di credito e la prestazione di servizi di pagamento”.
La Commissione dà conto delle misure limitate prese negli Stati Uniti con il Dodd-Frank Act, e degli interventi implementati in Gran Bretagna, Francia e Germania. E si passano in rassegna i punti principali del Regolamento proposto dalla Commissione Europea il 29 gennaio 2014, e il successivo accordo politico raggiunto dal Consiglio il 19 giugno 2015, che dovrebbe orientare i negoziati con il Parlamento europeo.
Chiaramente l’Ue non sente l’urgenza di affrontare il problema però, in quanto sono passati oltre tre anni dall’inizio della discussione.
La Commissione Finanze ha deciso di indire un ciclo di audizioni sul tema, riconoscendo l’importanza di proteggere le finanze pubbliche dal rischio di nuovi crac finanziari. Tuttavia durante la discussione numerosi deputati hanno espresso l’esigenza di conoscere al più presto l’orientamento della maggioranza (e dunque del Governo), per evitare tentativi di insabbiare il progresso sul tema. Il relatore Marco di Maio (Pd) ha risposto che “la proposta … di procedere ad un ciclo di audizioni sulle proposte di legge in esame, sia già di per sé un indice della disponibilità della maggioranza a discutere la tematica oggetto dei provvedimenti legislativi”.
– Newsletter Transatlantico N. 15-2017
March 24, 2017
Economia, Politica