Con lo scoppio della crisi finanziaria internazionale a partire dal 2007-2008, le grosse agenzie di rating – principalmente Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch – sono finite sotto i riflettori per il loro ruolo nell’avallare titoli e investimenti che poi sono finiti molto male. Per esempio la Lehmann Brothers, quando è fallita, aveva ancora un rating buono (investment grade), e le cartolarizzazioni di mutui venivano regolarmente valutate con il rating migliore, per permettere alle banche d’affari di venderle sul mercato. Infatti molti fondi di investimento per statuto possono acquistare solo titoli con rating alti, dunque l’incentivo per “pensare in positivo” è stato forte; il tutto legato al fatto che le agenzie vengono pagate dagli emittenti, e dunque più promuovevano dei titoli che alimentavano la bolla sui mercati finanziari, più profitti facevano anche loro.
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June 13, 2014
Economia