– Dalla Newsletter Infrastrutture n. 3-2016, a cura di Paolo Balmas –
ALCUNI ASPETTI DEL SETTORE NUCLEARE NEL PROSSIMO FUTURO
Reattori nucleari in miniatura – Mentre il mondo è impegnato a sostituire il carbone come principale fonte per la generazione di energia elettrica e a sostituirla con fonti alternative di varia natura, l’energia nucleare continua a conquistare il consenso dei governi. All’elevato numero di impianti attualmente in corso di realizzazione o in attesa di avvio, si aggiunge la progettazione di reattori in miniatura. Non si tratta solo degli “small modular reactors” (Smr), ovvero della versione in scala dei reattori ad acqua pressurizzata, che è la tecnologia più diffusa. Questi possono generare fino a 300 MW di energia e sono considerati una buona alternativa ai giganteschi impianti oggi attivi.
In effetti, esistono progetti per la realizzazione di piccoli reattori, che occuperebbero una superficie pari all’area di rigore di un campo di calcio. Sono chiamati U-Battery e sono stati presentati dalla Urenco, un’impresa che si occupa dell’arricchimento dell’uranio. Possono produrre 10 MW di cui 4 sarebbero trasformati in energia elettrica. Tali reattori sono raffreddati a gas, come i reattori di IV generazione, e utilizzano un combustibile a micro particelle non riutilizzabile. Secondo l’Urenco, sia gli utenti che l’ambiente non correrebbero alcun pericolo. Oltre alla struttura particolarmente sicura, il reattore opera a 700 °C e il combustibile resiste fino a 1600 °C.
La prospettiva che si apre consiste nella possibilità di garantire il flusso di energia direttamente in loco ai piccoli centri abitati lontani dalle grandi città e dalle centrali elettriche. Si aprirebbe un nuovo scenario per i consumi, i costi e per le reti capillari fatte di cavi e tralicci, come oggi sono concepite.
L’irradiazione dei prodotti agroalimentari – La russa United Innovation Corporation (Uic), una controllata della Rosatom, ha siglato un accordo con la Hindustan Agro Coop che ha l’obiettivo di realizzare 25 centri di irradiazione per prodotti agroalimentari. Sarà creata una joint venture che darà vita ai primi sette impianti nel 2017. L’obiettivo è di ridurre la deteriorabilità dei prodotti più delicati (come fiori, cipolle, pesce, eccetera), migliorare il sistema di stoccaggio e diminuire le perdite che si subiscono nel periodo che intercorre fra il raccolto e la vendita al dettaglio.
La Russia è uno dei paesi che esporta le tecnologie di irradiazione. Attualmente, è presente in 515 impianti distribuiti in 22 paesi. Secondo la dirigenza della Uic, le diverse tecnologie utilizzate per sottoporre i prodotti agroalimentari alle radiazioni sono sicure, non alterano i valori nutrizionali e le proprietà organolettiche. I trattamenti sono regolati in base ai dosaggi raccomandati dalla International Atomic Energy Agency (Iaea). Il settore è in veloce crescita.
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October 29, 2016
Economia