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La Fed ammette il problema del “too big to fail”

March 27, 2014

Economia, Notizie

Gli economisti della Federal Reserve hanno pubblicato un nuovo studio che conferma ciò che tutti già sapevamo: le grosse banche hanno un vantaggio nei mercati finanziari, grazie alla percezione che sono “troppo grosse per fallire”. Cioè, anche se non viene detto in modo esplicito, si presuppone che in caso di dissesto lo stato salverebbe ancora i grossi istituti per evitare rischi per l’intero sistema finanziario.
E’ esattamente questo che è successo durante la crisi del 2008-2009, quando i governi e le banche centrali hanno fornito alle grosse banche e società finanziarie migliaia di miliardi di dollari e di euro in prestiti a tassi vicini allo zero, giustificati dalla necessità di stabilizzare il sistema. Il problema, notano i critici, è che queste risorse sono state date praticamente senza condizioni. Infatti invece di ripristinare le regole che avevano funzionato molto bene per decenni come la separazione bancaria sul modello Glass-Steagall, sono state varate delle riforme, negli Usa e in Europa, che fanno ben poco per cambiare la struttura del sistema. La Volcker Rule, che sarebbe dovuta essere la norma più forte della legge Dodd-Frank, è stata annacquata al punto che Paul Volcker stesso l’ha disconosciuta. In Europa le proposte del Gruppo Liikanen per una semi-separazione tra le funzioni bancarie erano già deboli in partenza, e sono state indebolite ancora di più successivamente. Oggi invece di pensare a come isolare i settori ordinari dell’economia dalla speculazione finanziaria sui mercati internazionali si progettano le regole del “bail-in”, cioè del meccanismo per far pagare i nuovi fallimenti agli azionisti, agli obbligazionisti… e infine ai risparmiatori; alla fine quest’ultimi avrebbero l’onere di tenere in piedi il sistema della speculazione. Si tratta di regole già definite in Europa, e in via di attuazione negli Stati Uniti.
Il nuovo studio presentato dalla Fed utilizza dati che si fermano a fine 2009, e identificano un vantaggio piccolo ma significativo per le grosse banche che devono reperire risorse sui mercati, in termini di interessi passivi minori. Si tratta di un altro punto a favore della schiera crescente di forze politiche e sociali che propongono il ripristino della separazione bancaria piena, riforma osteggiata da Wall Street e i suoi alleati, che finora sono riusciti a dettare la linea anche alle istituzioni politiche.

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