(free) – di Paolo Balmas –
Il vice presidente e portavoce dell’Atomic Energy Organization of Iran (Aeoi), Behrouz Kamalvandi, ha incontrato a Teheran il nuovo ambasciatore del Giappone, Kobayashi Hiroyasu, al fine di discutere e promuovere una collaborazione più attiva nel settore dell’energia nucleare a scopi civili.
Lo scorso febbraio il presidente dell’Aeoi, Ali Akbar Salehi, aveva dichiarato, durante un incontro con il consigliere particolare di Shinzo Abe, Katsuyuki Kawai, di voler sviluppare con l’aiuto del Giappone impianti nucleari di modesta grandezza per generare energia elettrica in varie zone del paese.
Salehi, in quella occasione, aveva spiegato che Teheran è interessata alla collaborazione di Tokyo sul piano della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico, con attenzione alla realizzazione di centrali nucleari della potenza di 100 MW e allo sfruttamento dell’energia nucleare per altri scopi civili e pacifici. Il Giappone, da parte sua, si era mostrato molto interessato a intensificare i rapporti con l’Iran.
Il dialogo era stato aperto nell’ottobre del 2015 dai rispettivi ministri degli Esteri, Mohammad Javad Zarif e Fumio Kishida. Allora, le parti si erano accordate per intraprendere una collaborazione sulle basi dell’accordo sul nucleare che Teheran aveva sottoscritto il precedente 14 luglio, grazie al quale le sanzioni economiche internazionali imposte all’Iran sono state in parte eliminate.
L’intesa prevede lo sviluppo dei sistemi di sicurezza in caso di incidenti nucleari e di terremoti di elevata magnitudine che possono mettere a rischio il corretto funzionamento delle centrali. Inoltre, il Giappone si impegnerà a fornire un gruppo di esperti per la realizzazione di un centro di monitoraggio per il comparto del nucleare, che prevede anche lo svolgimento di programmi di formazione del personale. Fra questi sono compresi i corsi per la manutenzione e per il trattamento del materiale nucleare.
L’intesa sul nucleare fra Iran e Giappone potrebbe sembrare a prima vista una sconfitta per la Russia, che più di altri avrebbe potuto accrescere la collaborazione con la Repubblica islamica in questo settore. Tuttavia, la scelta di Teheran assume un valore principalmente in relazione alla possibile maggiore penetrazione nel mercato giapponese del greggio e sul piano della diversificazione dei partner commerciali.
Di fatti, sul secondo punto, si nota che la Russia ha già un rapporto privilegiato con l’Iran sul fronte dell’approvvigionamento militare. Inoltre, proprio negli ultimi giorni, sono stati effettuati i primi passi per l’unione doganale fra i due paesi; un progetto che coinvolge anche l’India. Il futuro accordo sul libero scambio fra Mosca e Teheran è visto come l’anticamera all’ingresso dell’Iran nell’Unione economica eurasiatica (Uee), che attualmente è costituita da Federazione russa, Bielorussia, Kazakistan e Armenia.
La Uee rappresenta un’economia di quasi tre trilioni di dollari, in calo negli ultimi diciotto mesi, ma con una previsione di veloce crescita nei prossimi anni. L’unione doganale prevede il libero scambio di merci, capitali e servizi, nonché il libero passaggio delle persone; inoltre, si procede all’unificazione delle politiche agroalimentari, dei trasporti e dell’energia; infine, si sta studiando il conio di una moneta unica.
L’ingresso dell’Iran nella Uee, sebbene ancora non certo, cambierebbe profondamente la geopolitica del Medio Oriente.
– Newsletter Transatlantico N. 35-2016
May 28, 2016
Economia, Strategia