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– di Paolo Balmas – Lo scorso dicembre 2014 la SIPRI, la società svedese che si occupa di monitorare la produzione e la diffusione degli armamenti nel mondo, ha rilasciato il rapporto annuale per il 2013 sulle vendite delle prime cento produttrici di armi. Il risultato complessivo mostra un calo per il terzo anno consecutivo, pari al 1,9%.
Il totale degli armamenti venduti in quell’anno equivale a circa 1.750 miliardi di dollari Usa. Il calo della spesa riguarda maggiormente i paesi del Nord America e dell’Europa centro-occidentale, che comunque mantengono circa l’84% delle vendite totali. La Federazione russa e il Brasile, invece, sono i paesi che hanno registrato l’incremento maggiore di vendite nel settore. Le dieci aziende russe elencate nella lista hanno venduto prodotti per circa 31 miliardi di dollari; ciò comporta una crescita del 20% rispetto all’anno precedente.
In qualsiasi caso, la classifica dei maggiori produttori continua a essere dominata dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. La Top Ten mostra la presenza di sei imprese Usa e quattro Ue. Mentre le prime otto mantengono una posizione piuttosto stabile, le ultime due si contendono il posto. Queste sono l’italiana Finmeccanica e la francese Thales. Finmeccanica ha perso una posizione rispetto al 2012, quando era arrivata ottava.
Le quattro società europee, BAE Systems (Uk), EADS (transnazionale, che dal gennaio 2014 si chiama Airbus Group), Finmeccanica e Thales, costituiscono il 28% del fatturato per armamenti totale delle prime cento produttrici analizzate; le sei statunitensi coprono una porzione del 35%.
Il mercato preso in considerazione dal rapporto vale 402 miliardi di dollari. Il 58% di questa cifra appartiene alle 39 imprese statunitensi presenti fra le 100.
Da segnalare vi sono i paesi emergenti che, malgrado rappresentino una percentuale minima sul totale se presi singolarmente, hanno registrato una crescita e una notevole capacità di esportazione dei prodotti. Fra questi: l’India, la Corea del Sud, il Brasile, Singapore e la Turchia. La Corea del Sud, ad esempio, ha incrementato del 30% le vendite del settore aerospaziale.
Il Giappone, presente nella lista delle prime 100 con la Mitsubishi Heavy Industries, la Mitsubishi Electric, la Kawasaki Heavy Industries e con la Nec, potrebbe nei prossimi anni divenire maggiormente competitivo grazie alla riforma del settore della difesa operato recentemente dal governo di Shinzo Abe. Infatti, la possibilità di esportare più prodotti in più paesi, prima limitata dalla Costituzione, è stata aperta solo da pochi mesi.
Tuttavia, il rapporto non può dirsi certamente completo. Infatti, sono assenti i produttori di armi cinesi. La motivazione è la mancanza di dati precisi. Le notizie che arrivano dalla Cina, di un impegno sempre maggiore per la realizzazione di una marina militare più potente e sistemi di difesa più sofisticati, indicano un mercato decisamente ampio, che può certamente cambiare l’elaborazione attuale della classifica.
March 30, 2015
Notizie, Strategia