Riassunto: Per aiutare l’Ucraina ad avvicinarsi all’Occidente, l’FMI e la Banca Mondiale impongono le stesse “riforme strutturali” viste altrove: aumenti delle tasse e delle tariffe energetiche, e tagli agli stipendi, alle pensioni e ai sussidi statali. Gli effetti sulla popolazione sono facili da prevedere, ma le istituzioni internazionali vanno avanti con un programma che aprirà nuove opportunità per le società occidentali che potranno sfruttare i giacimenti del gas e acquistare i terreni agricoli in Ucraina.
Quando nel novembre 2013 l’allora presidente ucraino Viktor Yanukovich decise di rinunciare all’accordo di associazione con l’Unione europea, scoppiò la protesta popolare nelle strade di Kiev, portando ai cambiamenti politici e alla crisi militare (locale) e strategica (internazionale) di questi mesi. Non era un segreto che Yanukovich avesse optato per il pacchetto di aiuti offerto dal presidente russo Vladimir Putin; pochi però hanno parlato delle differenze nei contenuti tra l’offerta russa e quella europea.
All’Ucraina Putin aveva offerto tra l’altro un prestito di 15 miliardi di dollari e uno sconto del 33% sul prezzo del gas. Il pacchetto dell’Ue invece prevedeva un prestito di 17 miliardi di dollari con alcune condizioni non poco onerose: tagli alle pensioni, aumento delle tasse e dei prezzi al consumo del gas, e razionalizzazione della spesa sociale più in generale.
Dunque oltre all’aspetto strategico di allineamento con i paesi occidentali – che non faceva certo piacere alla Russia – la decisione di Yanukovich aveva anche una base economica, in quanto non avrebbe potuto mantenere la promessa di portare il paese verso gli standard economici dei paesi europei. I giovani di Piazza Maidan sognavano la libertà e il benessere dell’Europa e si sentivano traditi dalla decisione di puntare invece sull’aiuto della Russia.
Il Fondo Monetario Internazionale ha sospeso l’assistenza all’Ucraina in passato – per esempio nel 2011 – perché il governo del Paese non aveva varato le riforme strutturali poste come condizione per i prestiti, e in particolare la riforma delle pensioni e la rimozione dei sussidi per il gas. Oggi, con il nuovo governo dichiaratamente filo-occidentale e il conflitto militare con le zone pro-russe nella parte orientale del paese, quei prestiti sono stati ripristinati. Il 30 aprile di quest’anno il FMI ha approvato il nuovo prestito di 17 miliardi di dollari per aiutare l’Ucraina ad affrontare la sua grave situazione economica.
Quali sono le condizioni per questo nuovo prestito, di cui sono stati erogati finora 4,6 miliardi di dollari? Tagli alle pensioni, aumento delle tasse e dei prezzi al consumo del gas, e razionalizzazione della spesa sociale più in generale. Cioè precisamente le stesse misure richieste dalle istituzioni occidentali prima della crisi.
Chissà cosa direbbero i ragazzi del Maidan se sapessero che il loro sogno europeo rischia di assomigliare non tanto al tenore di vita della Germania o della Francia, ma più a quello della Grecia o dell’Irlanda?
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September 23, 2014
Strategia