Lo scorso settembre eravamo molto vicini ad un bombardamento della Siria in risposta al presunto utilizzo delle armi chimiche da parte del governo di Bashar al-Assad contro la popolazione a Ghouta Est, un sobborgo di Damasco. Scriviamo “presunto†perché se da una parte non sembrano esserci dubbi sul fatto che le armi chimiche siano state usate, dall’altra gli avvenimenti degli ultimi anni insegnano che occorre essere molto cauti nell’attribuire la responsabilità per gli atti di guerra. Le informazioni d’intelligence possono essere manipolate per motivi politici, per giustificare una certa strategia, e di solito quando la realtà viene fuori è troppo tardi per cambiare il corso degli eventi.
La scorsa domenica il noto giornalista americano Seymour Hersh ha pubblicato un lungo articolo proprio sulla questione dell’intelligence riguardo all’utilizzo delle armi chimiche in Siria il 21 agosto, rivelando numerose contraddizioni rispetto alle dichiarazioni pubbliche dell’Amministrazione Obama per giustificare un attacco militare. Nella sua conclusione però Hersh nota che il presidente stesso ha cambiato direzione in modo repentino, sollevando la domanda se un tentativo di manipolazione politica sia stato sventato prima del superamento della “linea rossa†del bombardamento.
L’ormai 76enne Seymour Hersh divenne famoso con la sua inchiesta sul Massacro di My Lai durante la Guerra del Vietnam. Negli anni ha vinto numerosi premi e nel 2004 fu il primo a svelare lo scandalo della prigione Abu Ghraib in Iraq con una serie di articoli sulla rivista New Yorker. Il nuovo articolo sulla Siria invece è stato pubblicato nel London Review of Books, dopo che il New Yorker e il Washington Post hanno detto di non essere sicuri di poter verificare le fonti utilizzate da Hersh. Sarà … ma considerando la storia del personaggio ci sembra il caso di prestare molta attenzione alle sue rivelazioni, anche se riaprono un capitolo dolente della storia politica recente degli Stati Uniti.
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